Ristrutturazione di Palazzo Carfì da Destinare a Sede della Collezione Zarino
Il progetto di Palazzo Carfì, proprietà della Provincia Regionale di Ragusa, ha previsto il recupero strutturale dell’intero immobile e la sua ristrutturazione per destinarlo a museo con la principlale finalità di dare una collocazione definitiva alla collezione etnografica di Attilio Zarino. Data la peculiarità del complesso immobiliare è stato possibile prevedere ulteriori spazi da destinare ad esposizioni temporanee con la costruzione, nell’area esterna, di un anfiteatro da utilizzare per manifestazioni culturali, con l’obiettivo di realizzare un “contenitore” flessibile e polivalente.
Il restauro
Al piano nobile è stato possibile mantenere le pavimentazioni, gli infissi esterni e mettere in sicurezza le decorazioni delle volte. La destinazione a struttura museale non ha inciso sulla distribuzione interna degli ambienti che, salvo modeste demolizioni riguardanti superfetazioni, è stata mantenuta. Alcuni ambienti del piano terra, anche in considerazione degli intreventi strutturali eseguiti sulle fondazioni, sono stati pavimentati con pietra locale.
L’adeguamento strutturale
L’edificio, internamente in muratura, è stato oggetto di un intervento di adeguamento antisimico con l’esecuzione di importanti opere di consolidamento strutturale sia in fondazione che in elevazione. I degradi strutturali, dovuti sia alla scarsa qualità della compagine muraria che a cedimenti per insufficienza delle strutture fondali, hanno impegnato una consistente porzione delle somme disponibili.
L’intervento in fondazione, localizzato in un’ala dell’edificio, ha richiesto l’esecuzione di micropali radice attestati alla profondità di circa 15,00 m lungo due allineamenti, e l’impacchettamento della parte bassa delle strutture murarie con l’esecuzione di cordoli in cemento armato su entrambi i lati della muratura.
In elevazione sono stati effettuati una serie di interventi di consolidamento, in funzione delle caratteristiche tipologiche e dimensionali delle pareti portanti.
- Integrazione della muratura esistente con muratura di mattoni pieni eseguita a “cuci e scuci”.
- Consolidamento delle pareti in muratura mediante l’applicazione di rete elettrosaldata per le pareti più sottili o con cuciture in nastri di acciaio pretensionati (metodo CAM) per quelle più spesse.
- Consolidamento delle volte degli ambienti al primo piano.
- Realizzazione di architravi in acciaio per la maggior parte delle aperture.